sabato 26 dicembre 2009

Sentivo che ce l’avrei fatta. Era bello e lei partecipava, si dimenava come un serpente. Finalmente, avevo riconquistato la mia virilità. Sarei venuto. Ne avevo perse tante…troppe…a cinquant’anni suonati…avrebbero anche potuto mandare un uomo in crisi. E, dopotutto, cos’era un uomo se non lo faceva? Che significato avrebbero avuto le poesie? L’abilità di scopare una bella donna era l’Arte più Sublime di un Uomo. Tutto il resto erano sciocchezze. L’immortalità sta nel riuscire a scopare fino a che si muore…
Charles Bukowsky

venerdì 4 dicembre 2009

No Rushin'

volevo scrivere della magia del venerdì.. invece no.
avevo sentito parlare di slowfood. ho letto qualcosa recentemente. ho visitato il sito www.slowfood.it. bè mi piace l'idea della lentezza innanzitutto.si tratta di un'associazione (italiana)che porta avanti progetti in tutto il mondo per obiettivi come una produzione alimentare rispettosa dell'ambiente, delle peculiarità locali e così via. mi piace. contro la troppa globlizzazione, i cibi transgenici, i fertilizzanti assassini, l'idea di mercato che schiaccia i produttori locali. sinceramente non ho approfondito molto sul sito, probabilmente non diventerò socio, ma è bello che nel nostro mondo veloce ci sia una corrente di pensiero che va lenta. la corsa sfrenata verso il nulla ci distrugge lentamente (che gioco di parole!), ci lascia insoddisfatti e vuoti. anche io cerco di correre in palestra o in un tale negozio appena uscito dal lavoro. ma perchè brucio il mio tempo? e meglio ancora verso cosa corro??
mi piace l'idea di gustare slow un bel pasto, un bicchiere di vino, o un sigaro, o un libro. spesso lo faccio, provo a non farmi stritolare ma poi ricomincio.
ma non mi do per vinto! il mio obiettivo è dare tempo al tempo. e alla mia vita.

domenica 22 novembre 2009

L'isola


Londra è un luogo ancora vivo dentro di me e credo rimarrà lì sempre. Sono tornato dopo 8 anni, finalmente, e ho ritrovato la stessa atmosfera eccitante. I pub sono sempre i miei pub, la stessa birra incredibilmente birra, i chilometri nelle gallerie della Tube, la lingua che credevo dimenticata, la maestosità dei monumenti, il cielo torbido poi di pioggia poi limpido in poche ore.
Ho scoperto poi 2 cose nuove per me. Twickenham innanzitutto, il tempio del rugby, emozionante come lo immaginavo e moderno nonostante i 100 anni di storia. E poi la Westminster Abbey, eccezionalmente affascinante e grandiosa, per la quale vale davvero la pena spendere i 15 pounds per la visita, tra l’altro interessantissima con la audioguida compresa nel prezzo.
È stato un viaggio strano, un gruppo di otto persone molto eterogenee, coppie, single, sorelle etc. Ma è andata bene in definitiva, sono sopravvissuto nonostante le varie esigenze e il furto di un portafogli con conseguente visita alla polizia e al Consolato per il documento.
Che effetto fa tornare a casa ora? Bè a me che ho vissuto sull’isola posso dire che mi manca una parte di quel clima da centro del mondo che ho respirato tante volte. Penso che il mix di divertimento-arte-tradizione che offre questa città sia unico. Pur non essendo stato mai negli USA, mi immagino le città americane essenzialmente moderne, belle di sicuro ma magari un po’ fredde nel loro essere “nuove”. A Londra la storia e la tradizione, seppur unite spesso al moderno, creano un fascino inconfondibile e per me fantastico. Penso ai pub così accoglienti nel legno e velluto delle sale, alla tradizione della monarchia indubbiamente affascinante anche per chi non la condivide, alla metropolitana più antica del mondo, alla storia dei centenari club sportivi. D’altronde sia il calcio che il rugby sono nati lì. Insomma tutto un insieme di fattori, qui ne ho accennati solo alcuni, rendono questa città una delle mie città. Ho vissuto (a volte per brevissimi periodi) in Spagna oltre che in molte città italiane e a Londra. Ecco quest’ultima è una delle città che sento mia, privilegio che concedo solo ad altri uno o due luoghi.
Sono contento di scoprire che dopo questi viaggio un tale sentimento sia rimasto immutato. Anzi arricchito. Ora non mi resta che scrivere, aspettando la prossima partenza.

lunedì 9 novembre 2009

noi e il resto del mondo

È arrivato anche il momento del primo vero infortunio. Una bella distrazione del retto del quadricipite femorale sinistro, in pratica uno strappo al muscolo della coscia. Causato da un placcaggio devastante subito venerdi sera. Ma non mi abbatto, anzi secondo me è anche positivo a volte ricordarsi che lo sport che faccio va gestito con molta attenzione. Sottolineo al tempo stesso però che il calcio ha un’incidenza maggiore di infortuni rispetto al rugby, anche se può sembrare strano parlando di una disciplina dura (ma non violenta). E ora sono qui con il ghiaccio e una terapia iniziata oggi che mi rimetterà in piedi per venerdi, giorno della partenza per Londra con moglie e altri 6 amici. Eh sì perché in quasi un anno di attività non mi sono mai infortunato; ho aspettato che partissi..
Quanto è stupido il mio problema davanti a quello della mancanza di libertà che soffrono milioni di persone. E penso subito a Yoani Sanchez cubana che giorni fa è stata rapita e malmenata dal governo, rea di aver partecipato ad una manifestazione contro la dittatura di Castro. Lei cura un blog appunto che cerca di risvegliare le coscienze internazionali denunciando il regime dispotico con il quale convive, che affama la gente e la priva di qualsiasi forma di libera espressione. Ho scritto proprio a lei ieri una email di sostegno, anche solo morale, per dirle che non è sola.
Penso all’assurdità dei regimi nordcoreano, iraniano, cinese, birmano. A quanti lottano ogni giorno, magari in silenzio, ma con tutta la dignità che i loro aguzzini neanche sognano.Penso all’assurdità di un personaggio come Castro che ha rovesciato un regime totalitario e feroce di destra (Batista negli anni ’60) e ne ha instaurato un altro di sinistra in nome del popolo ancor più tirannico!

Che tristezza la nostra umanità!

venerdì 23 ottobre 2009

FANGO



Alla fine arriviamo a parlare della passione n° 1 (dopo la mia Lore). Ero indeciso se scriverne, a me sembra scontato e anche a qualcuno che conosco.. e ti pare che non scrivevi di quello?
Ma non spiegherò nulla del gioco, ma dell'ebbrezza che genera, dell'adrenalina pazzesca che solo chi ha provato può capire. Sì perchè che ci fanno 15 pazzi in un prato ad azzuffarsi con un pallone?? Così sembra a chi vede e lo capisco. Io, oltre a vedere giocare, gioco. E vi assicuro che è tutta un'altra cosa! Che non c'è violenza bensì rispetto, non c'è caos ma disciplina; sicuramente non esiste attività sportiva in cui conti di più il gruppo.
Stasera allenamento con la squadra. Serata non fredda, anzi, ma piovosa, con quella leggera pioggerella che sembra di essere sul campo di un college irlandese. Pieni d'acqua, fango e tutto ci siamo divertiti per un'ora e mezza. Ma chi ce lo faceva fare? Non si sa, sarà quel certo spirito selvaggio che si nasconde in ognuno e che esce fuori sul prato ma controllato. Ecco, è una guerra con regole ferree e molto precise, dove chi fa il furbo o commette un illecito viene allontanato, dove non è ammessa alcuna violenza fuori luogo. Credo sia questo il lato esaltante, almeno per me, uno scontro fisico duro ma regolamentato. E vi assicuro che il venerdì sera il livello di adrenalina arriva al massimo.
Anche quando facevo arrampicata le emozioni che ho provato erano splendide, ma qui in più c'è la squadra, la lotta fianco a fianco con i compagni. E' un mondo leale ed aperto a tutti, l'amicizia è la parola d'ordine, anche con l'avversario. Sembra una favola? Anch'io ero scettico prima di giocare.Bè ora basta sennò divento noioso. Mi godo il riposo del "guerriero".
Buonanotte.

lunedì 12 ottobre 2009

persia

Come vediamo l'islam da qui? e l'Iran?

Sono ogni giorno sconvolto ed esaltato insieme. Leggo della solita dittatura, questa volta di stampo "religioso", komheinista per la precisione, che opprime vite e vorrebbe piegare menti. quante volte è successo nella triste storia umana, succede e succederà (forse)! una minoranza che rende schiavo il restante 90%.

nel caso dell'Iran mi esalta il coraggio; quello di migliaia o più di persone che sfidano i pochi e ben armati aguzzini. sono problemi loro, si dice spesso, è la loro cultura, sono fatti così..

non credo, ho letto storie di chi non vuole tacere, la gente comune non condivide la crudeltà e i presunti ideali puristi e anti-occidentali. in Persia così come in Afganistan con i talebani.

non riesco a non pensare alle persone che lottano, alcuni magari in silenzio, altri in piazza, contro la disumanità.

mi chiedo: cosa farei io?? sarei capace di tanto coraggio o resterei imbelle? la paura di essere strappato, vinto, torturato. questo forse è il pensiero più angoscioso per me, se accadesse nel mio paese che farei? che faremmo?

chissà chi condivide il mio dubbio..

intanto mi inchino agli uomini e alle donne iraniani dal mio comodo e protetto rifugio nel mondo. sono solo uno dei tanti osservatori, non partecipe ma vivo.